
Tai Chi per bambini … un’isola di calma in un mondo che corre
Quando pensiamo alle arti marziali per bambini, ci vengono subito in mente attività come Karate, Judo o Kung Fu. Disciplina, concentrazione, forza di volontà: tutti elementi importanti di queste pratiche che tuttavia spesso portano con sé anche una componente competitiva. Cinture da conquistare, gare, tornei, possono essere qualcosa di stimolante per alcuni bambini, ma scoraggiante per altri. Alcuni sono più riflessivi, più sensibili, o semplicemente non si sentono a loro agio in un contesto dove c’è pressione per “vincere” o emergere. E qui entra in gioco il Tai Chi, che si propone in modo molto diverso.
In Italia, il Tai Chi è ancora legato nell’immaginario collettivo agli anziani nei parchi, che eseguono movimenti lenti e armoniosi. Difficile, quindi, immaginare questa disciplina come proposta educativa per l’infanzia. Eppure, se adattato con cura, il Tai Chi può diventare un potente strumento di crescita per i bambini, soprattutto per quelli più sensibili, riflessivi o facilmente sopraffatti dalla pressione della performance. È una pratica calma, ma incredibilmente profonda che ogni bambino può imparare secondo il proprio ritmo, senza la paura di “non essere all’altezza”. Non si tratta di superare l’altro, ma di conoscersi più a fondo lavorando sul respiro, sulla postura, sull’equilibrio, sulla consapevolezza del corpo.
Come per qualsiasi proposta educativa efficace, sottolineando aspetti che comunque sono già parte della disciplina. anche il Tai Chi può adattarsi a parlare il linguaggio dei bambini: quello del gioco, della fantasia, delle immagini simboliche. I movimenti possono trasformarsi in storie da vivere con il corpo: imitare un animale, evocare un elemento naturale, esprimere un’emozione. Questo approccio permette ai bambini di imparare con gioia e senza ansia. La lentezza non viene imposta, ma scoperta: nasce da un’esperienza coinvolgente, in cui il gesto prende senso e significato.
È da questa visione che nasce Tai Children, un metodo che ho sviluppato nel corso degli anni insegnando Tai Chi ai più piccoli. L’idea di fondo è semplice: partire dai bisogni reali dei bambini: movimento, contatto, ritmo, curiosità ,e portarli gradualmente verso la calma e la consapevolezza. Il metodo si basa su una struttura a spirale: fasi dinamiche si alternano a momenti più introspettivi, l’azione convive con l’ascolto. Così il Tai Chi diventa un’esperienza completa: fisica, emotiva, mentale e relazionale.
Due strumenti centrali del metodo sono il Tui Shou (mani che spingono) e la spada (jian), entrambi adattati all’universo infantile.
Praticando Tui Shou, esercizio a coppie essenziale all’interno del Tai Chi, i bambini imparano, attraverso il contatto leggero delle mani, ad ascoltare l’altro, a modulare la forza, a rispondere con sensibilità. Non si vince né si perde: si coopera. È un gioco relazionale che sviluppa empatia, rispetto, calma e consapevolezza. La spada, lontana da ogni valenza aggressiva, diventa uno strumento espressivo che stimola coordinazione, precisione e senso estetico del gesto. Muoversi con la spada diventa nobiltà ed eleganza, un modo per “danzare con attenzione”, creando un legame tra corpo e immaginazione.
Poiché Tai Chi insegna a muoversi con precisione, a respirare con calma, a rallentare, è particolarmente utile per i bambini che vivono stati di ansia, iperattività, difficoltà di concentrazione o bassa autostima. Sappiamo che lavorare sul corpo ha effetti positivi anche sulla mente e sulle emozioni, e non a caso, alcune ricerche hanno evidenziato come il Tai Chi migliori la connettività tra le aree cerebrali preposte all’attenzione e all’autoregolazione nei bambini con difficoltà di apprendimento, confermando ciò che l’esperienza sul campo suggerisce da tempo: la pratica regolare del Tai Chi migliora l’equilibrio, l’attenzione e il controllo motorio nei bimbi, anche in presenza di difficoltà specifiche. A livello neuronale, si osserva un rafforzamento della connettività tra la corteccia prefrontale e le aree legate all’attenzione e all’autoregolazione, con effetti positivi sulla gestione delle emozioni e sul funzionamento cognitivo.
Viviamo in un mondo che spinge i bambini a essere sempre più veloci, competitivi, performanti. In questo contesto, proporre il Tai Chi significa offrire loro uno spazio diverso: un tempo per ascoltare sé stessi, respirare, giocare senza fretta. Un tempo per essere, più che per fare.
In un tempo in cui i bambini sono spesso sottoposti a ritmi serrati, aspettative alte e confronti continui, questa pratica rappresenta una vera e propria isola di calma. È un luogo, fisico e simbolico, dove possono semplicemente essere, respirare, muoversi in libertà e sentirsi accolti. Dove non serve dimostrare niente a nessuno. Dove si cresce per il piacere di conoscersi.
Il Tai Chi, con il giusto metodo, può essere una delle esperienze più significative dell’infanzia. Non solo per i suoi benefici motori, ma per la sua capacità di insegnare qualcosa che spesso trascuriamo: la bellezza della lentezza, il valore dell’ascolto, la forza della gentilezza.
Donella Bucca è fondatrice e presidente dell’associazione Lo Spazio del Tao, ha un passato come danzatrice professionista, è maestra di Tai Chi , Qi Gong e Meditazione, studiosa di medicina cinese ed alchimia taoista e autrice del libro: “Poetica del Tai chi, appunti di Tai Chi Immaginale”.Da anni si occupa di didattica ai più piccoli.