Il Fascino del Nei Jing Tu

Nella sala in cui per anni ho studiato Tai chi con il mio maestro, un disegno molto particolare era attaccato alla parete; quell’immagine ricca di dettagli e  figure di umani e natura, tra vortici di acqua, alberi e stelle, è chiamato “Neijing Tu”.

A volte mi fermavo ad osservare i dettagli di quella strana figura in cui mi sembrava di perdermi, spesso attratta da qualcosa che non riuscivo a comprendere… non mi ero mai davvero chiesta quale fosse il suo vero significato, eppure ero incantata da quei segni incomprensibili, dalla bellezza dei particolari, dallo strano miscuglio di esseri e natura…Capii che si trattava di una mappa del corpo umano quando, qualche anno dopo, cominciai ad interessarmi anche di Medicina Tradizionale Cinese, e trovai nei testi classici parecchi disegni simili. Quello strano disegno mi seguiva da tempo, così la mia curiosità divenne ricerca… sapevo che quando sarebbe stato il momento avrei compreso. Per i cinesi molto più che i libri è l’arte ad essere il vero insegnamento, l’immagine rimane impressa nella memoria, come un seme in attesa del momento giusto per fiorire.

 

Quando mi ritrovai a leggere “Il Segreto del Fiore d’Oro” famoso testo classico giunto a noi grazie alla traduzione di Wilhelm e Jung, capii che si trattava di Alchimia: quella mappa era decisamente la raffigurazione pittorico-poetica della “Piccola Circolazione Celeste”. Nell’antica Tradizione Cinese non si dava attenzione all’aspetto anatomico/fisico del corpo, mentre estremamente importante era la sua conoscenza anatomico-energetica… “circolazione celeste” è chiamato  il percorso delle energie sottili che,  secondo la tradizione taoista, si attivano nel corpo eseguendo  pratiche di meditazione alchemica.

Normalmente la nostra energia si disperde durante la vita, il Qi si consuma; come fare a rallentare la dispersione ed allungare la vita? Gli antichi Taoisti ricercavano l’immortalità e le loro ricerche sulla natura e sulle pratiche energetiche sono racchiuse in varie mappe, la più famosa delle quali è il Neijing Tu:  quest’ opera d’arte è un mondo di simboli, insegnamenti e segreti,  ricco di dettagli, allusioni e indicazioni poetiche che da anni è oggetto di studio di appassionati e ricercatori.

 

Il Nei Jing Tu, letteralmente mappa (Tu) del paesaggio (Jing)  interiore (Nei),  è  dunque una magnifica rappresentazione taoista del corpo umano come microcosmo;  una mappa delle energie/ spiriti che si manifestano durante le Pratiche Alchemiche Taoiste; pratiche tenute nascoste per molto tempo perché per pochi adepti, in quanto racchiudono, secondo la tradizione, il segreto per l’immortalità.

L’immagine rappresenta il Paesaggio Interiore di un essere umano in meditazione, Macrocosmo e microcosmo si scambiano attraverso il respiro e la materia diviene simbolo, rappresentato con foreste e campi coltivati, torri, ponti, montagne e poi fiumi, acqua… tanta acqua.

L’immagine che apparentemente sembra una specie di drago, o un embrione, è la rappresentazione simbolica dei tre centri energetici dell’essere umano, al cui interno, boschi, fiumi, mari e stelle sono dimora di esseri divini. Il corpo, raffigurato come un piccolo mondo, con valli, montagne e corsi d’acqua, in cui forze fondamentali, spiriti antichi e corpi celesti sono in armonia, è una fornace alchemica capace di produrre l’Elisir di lunga vita.

 

La pratica dell’Alchimia Taoista prevede la canalizzazione, il raffinamento e l’inversione delle energie Yin e Yang.

Sappiamo che il “Campo di Cinabro” inferiore viene chiamato il “mare del Qi” , a questo mare, nel diagramma, è collegato un fiume serpeggiante che rappresenta il midollo spinale, la cui montagna sorgente è il cervello.

Leggendo il diagramma dal basso si può notare che in un bacino d’acqua che appare come onde del mare, due figure che rappresentano Yin e Yang, muovono delle ruote. Osservando bene si nota che le onde nel fiume d’acqua sono rivolte in alto: l’acqua risale verso la montagna…. L’acqua è metafora del Qi, inoltre sappiamo che alla loggia del Rene, elemento/movimento Acqua appartengono le ossa, i midolli e il cervello: Yin e Yang invertono il flusso e il Jing si raffina!

Ma perché il Qi deve risalire? L’energia che solitamente durante la vita viene dispersa, secondo queste tradizioni, con opportuni esercizi può essere coltivata, nutrita, raffinata: per questo si chiamano pratiche di lunga vita…così l’Acqua, che solitamente va verso il basso, deve incontrare il Fuoco per trasformarsi: l’energia del  Rene deve risalire per incontrare il Cuore.

Nel diagramma, dunque, immagini complementari dell’energia Yin e Yang si mescolano nelle tre zone, i tre campi di cinabro: pancia, cuore e testa. Con il lavoro nel “Campo di Cinabro inferiore” (campo seminato di monete d’oro dal bue di ferro) e l’attenzione nell’attraversare i portali, si produce la spinta necessaria  a portare l’acqua/Qi  fino alla sommità del capo rappresentato dalle nove vette scoscese del Monte Kunlun (dimora celeste degli immortali) una corona di nove picchi, che simboleggiano i “nove palazzi”(nove punti del meridiano di Cuore).

Raggiunta la sommità del capo, l’Acqua Divina, Qi raffinato, l’Elisir, scorre giù  attraverso il “ponte delle gazze” (lingua che tocca il palato e unisce l’energia dei meridiani straordinari  Du Mai e Ren Mai) per incontrare il Fuoco del Cuore e tornare al Dantian sempre più raffinato. Scopo finale della pratica meditativa è la creazione dell’embrione della consapevolezza.

 

Il Neijing Tu è come un rimando continuo al Macrocosmo che pulsa nel Microcosmo.

La figura include diversi esseri divini nella sua rappresentazione del “paesaggio interiore”(quando Jung parla di organi come divinità, probabilmente si riferisce a questa mappa). Intorno all’immagine ci sono caratteri e ideogrammi che aiutano a comprendere il messaggio: nel testo si parla degli spiriti degli organi e viene sottolineata la necessità di un lavoro profondo affinché i “semi dorati” possano fiorire.  Così figure divine come Lao Tze e Bodidarma accanto a “Sole e Luna” ci suggeriscono la necessità di elevarsi alle stelle; e i semi diventano stelle che il Bambino che abita il Cuore lega insieme con un filo, filo che ritorna come seta del telaio di una figura femminile che rimanda alla storia d’amore tra Zhi Nù e Nu Lang (Vega e Altair). Gli organi sono raccontati come divinità e così descritti:

 

“Lo spirito del Cuore, chiamato Origine dell’Elisir, è il Guardiano del Risveglio

Lo spirito della Milza, chiamato Presenza Continua, è Padiglione dell’Anima

Lo spirito della Cistifellea, chiamato Gloria del Drago, è Illuminazione Maestosa

Lo spirito del Polmone, chiamato Splendore Brillante, è Completa Vacuità

Lo spirito del Fegato, chiamato Nebbia del Drago, è Luogo dell’illuminazione

Lo spirito del Rene, chiamato Oscurità Misteriosa, è Nutrimento del Bambino.”

 

Il Rene, che custodisce il Jing è il nutrimento…: L’acqua da cui tutto nasce è principio di base della vita, di ogni nascita.

L’acqua è dunque protagonista di questa opera d’arte esoterica, e non poteva essere altrimenti… nelle pratiche taoiste l’acqua  è sempre  modello; per fluidità, forza, flessibilità, rappresenta l’idea della purificazione e della trasformazione necessaria a liberare energie stagnanti che possono bloccare il flusso della vita, ma soprattutto l’acqua simboleggia la profondità e il mistero del nostro inconscio .

Nel Neijing Tu il ciclo dell’Acqua è  metafora del percorso energetico nella “ Piccola Circolazione Celeste”. Come l’acqua che diventa vapore per risalire al Cielo e poi ridiscendere come pioggia a nutrimento della Terra, il Qi “cotto” dal Fuoco alchemico si raffina, per risalire lungo la colonna, giungere alla sommità del capo e ridiscendere (salivazione) finché, in questa circolazione continua, non diventerà “Elisir”.

 

Chi pratica Tai Chi da tempo sa che anche la “Forma”, se eseguita con la giusta intenzione ed il rispetto dei principi interni, è un processo creativo: pulsazione di Yin e Yang, alchimia dell’incontrarsi e separarsi di energie complementari e sintesi evocativa della nascita dell’universo.

Yang Cheng Fu, uno dei padri della Forma di Tai Chi della Famiglia Yang,  nel primo dei suoi famosi “dieci principi” ricorda che premessa per la pratica è “essere connessi con la Terra e con il Cielo”, guidando attraverso l’intenzione l’energia alla sommità del capo per  “Elevare lo Spirito”. Nel secondo principio ricorda che il Qi risalito lungo la colonna deve discendere come Elisir per diffondersi nel Dantian… così, secondo tutti gli altri otto principi, vanno attivati i canali straordinari.

Yang Cheng Fu sta parlando del Paesaggio Interiore che un buon praticante di Tai Chi deve saper creare, principi da comprendere e contestualizzare che permettono di percepire livelli sottili di energia ampliandone la potenza e attivare la “Grande circolazione Celeste”.

Il messaggio del Neijing Tu è un  profondo insegnamento su come sviluppare l’energia interiore, da mettere in pratica non solo per mantenerci in salute ma anche durante le applicazioni marziali.

Praticare consapevolmente qualsiasi “Forma di Tai Chi” permette al “Nei Jing” di manifestarsi: essere consapevoli che nei nostri organi è custodito il potere delle divinità può farci acquisire maggiore forza e centratura anche a livello marziale…il potere delle ossa, il potere degli organi è energia pura…è la forza interna, invisibile e potentissima.

Nella Forma impariamo a passeggiare tra Cielo e Terra, divenendo “gru bianca”, “dama di giada”, “drago”,  per “spostare le nuvole” con un gesto, tessere una tela tra le costellazioni, “avanzare verso le sette stelle” e “abbracciare la tigre per tornare alla montagna”. Praticare è nutrire il nostro Qi e gli organi divini che abitano il nostro corpo! Evocando le giuste immagini faremo fiorire valli, colline e flussi d’acqua e questa coscienza potrà aiutarci anche nel combattere non solo eventuali “avversari” ma anche le avversità della vita…è nel nostro corpo che abitano gli dèi, se sapremo ascoltarli saranno loro che potranno suggerirci le giuste azioni da compiere.

 

L’immagine comincia a disvelarsi ma nasconde tanto altro… questo mio scritto è solo una piccola introduzione alla mappa del Neijing, che sto studiando e osservando da qualche anno. Come la “Forma” e come tutto ciò che riguarda il Taoismo e le discipline ad esso collegate, essa appare come un pozzo di spunti sempre nuovi, ogni dettaglio è come un portale con continui rimandi e collegamenti …macrocosmo e microcosmo che respirano insieme. Vuole essere un seme per instillare nel lettore curiosità e magari spingerlo ad approfondire ricordando che come scrive il misterioso autore, nella parte alta al centro della mappa: “In un seme di miglio è racchiuso il mondo intero!”.

 

Nota:

L’autore del Neijing Tu rimane anonimo;  questa opera fu trovata dal monaco Taoista Liu Chengying su un vecchio rotolo di seta sul monte Song. Egli la fece incidere nel 1886 su una stele ancora custodita nel monastero delle Nuvole Bianche di Pechino, aggiungendo un suo commento. Un rotolo colorato, conservato nel Museo di Storia della Medicina Tradizionale Cinese a Pechino, fu dipinto nella Sala dei Desideri Esauditi del Palazzo Imperiale durante il Periodo Qing.

 

Donella Bucca è fondatrice e presidente dell’associazione Lo Spazio del Tao, maestra di Tai Chi , Qi Gong e Meditazione, studiosa di medicina cinese ed alchimia taoista e autrice del libro: “Poetica del Tai chi, appunti di Tai Chi Immaginale”. Terrà una conferenza sul Neijing Tu al Taiji festival di Milano il 28 aprile 2024. Questo articolo è stato pubblicato nel n° 10 della rivista Ting Gong.

 

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