Strisciando come Serpente

Il serpente, insieme alla gru, è uno dei protagonisti della famosa storia di Zhang Sanfeng il quale, si racconta che, osservando il combattimento dei due animali, elaborò le tecniche del Tai Chi Chuan. La leggenda della gru e del serpente aiuta a capire i principi fondamentali di questa arte marziale interna, cioè che la morbidezza vince su ciò che è dritto e rigido.

Più volte ho scritto dell’ispirarsi alla gru per quanto riguarda l’uso delle braccia nel Tai Chi…le braccia sono come ali!
In questo articolo, poiché secondo l’anno lunare cinese il 2025 sarà l’anno del Serpente, parlerò del passaggio nella sequenza chiamato nella sequenza :下势 – xià shi , “il serpente striscia” o “scendere strisciando”.

Il Serpente, nel Tai Chi e nell’oroscopo cinese, è un simbolo ricco di significati: rappresenta flessibilità, trasformazione, intuizione e forza nascosta. Sia nella pratica marziale che nell’astrologia, richiama la capacità di adattarsi, rinnovarsi e agire con precisione.

“Scendere strisciando” richiama il movimento spiraliforme che rappresenta il flusso naturale del Qi….quasi un’espressione della filosofia del Tai Chi, una delle posture più affascinanti per la sua eleganza e difficoltà tecnica; un passaggio che richiede una combinazione di forza, equilibrio, flessibilità e concentrazione mentale.

Il movimento simula il serpente che scivola silenziosamente verso la sua preda, avvolgendola con precisione e morbidezza. Come un serpente che si muove senza interruzioni, il praticante impara a sviluppare una connessione armoniosa tra mente, corpo e respiro.

Partendo dalla figura del Tan Pien /Dan biān – 单鞭 (frusta semplice) con peso sulla gamba destra, inspirando si passa nello Yin; aprendo il piede sinistro, si sposta il centro, e gradualmente il peso, verso il tallone della gamba posteriore; la gamba anteriore si allunga in un movimento fluido, mantenendo il piede saldo sul terreno per realizzare una postura bassa e stabile. La schiena è eretta, ma rilassata, e il busto ruota delicatamente accompagnato dal movimento delle braccia.
La mano destra, che si trova avanti, si allunga verso il basso a parare un colpo, mentre l’altra spinge indietro, creando un’idea di esplorazione e controllo dello spazio circostante.

Sul piano marziale questo passaggio può essere utilizzato per abbassarsi rapidamente per evitare un colpo alto o un tentativo di presa per destabilizzare un avversario, magari afferrando una sua gamba o spostandolo fuori equilibrio.

Nel “Serpente che striscia”, lo Yin è rappresentato dalla postura bassa, morbida e accogliente, che si adatta al terreno; il seme Yang emerge nella colonna allineata, nel braccio che tira indietro con la mano a uncino, e nella prontezza nascosta dietro l’apparente quiete del movimento.

Dopo aver attraversato la Prima e la Seconda parte del viaggio della Forma, si affronta la discesa…Nella forma originale della famiglia Yang troviamo “Scendere strisciando come un serpente” ben due volte nella Terza parte. Dopo aver separato “la criniera del cavallo selvaggio”, addomesticato l’istinto, aver lanciato la spola nelle 4 direzioni come “dama di giada”, ritornati a dissolvere le “nuvole” ecco che si giunge a “scendere strisciando come un serpente”.

Questo passaggio comune a tutte le sequenze di Tai Chi, seppur con piccole varianti, insegna al praticante l’importanza di trovare un equilibrio tra cedevolezza e forza, tra radicamento e leggerezza.

Il Serpente si lega, nella simbologia cinese, all’elemento Acqua (come la Tartaruga) la cui energia condensata costituisce i Reni, custodi dell’energia ancestrale (Yuan Qi), matrice delle antiche memorie, del legame con gli antenati, del potere primigenio della nascita.

Nella Forma il Serpente, e dunque l’Acqua, simboleggia l’adattabilità e l’abilità di fluire con gli eventi, piuttosto che opporsi ad essi; è saper discendere, andare a fondo alle cose… guardare nel profondo senza paura. In questo passaggio occorre mantenere in apertura la zona dei reni, soprattutto il rene sul lato su cui è il peso.

Il passaggio successivo nella sequenza è legato all’elemento legno, come a simboleggiare la necessità di sprofondare per poter rinascere, andare nel buio per poter innalzarsi alla luce.

“Scendere strisciando” è un passaggio difficile, è la discesa profonda, è riuscire ad affrontare i demoni più nascosti, per poi risalire… ma di questo parlerò in un prossimo articolo.

 

Donella Bucca è fondatrice e presidente dell’associazione Lo Spazio del Tao, ha un passato come danzatrice professionista, è  maestra di Tai Chi , Qi Gong e Meditazione, studiosa di medicina cinese ed alchimia taoista e autrice del libro: “Poetica del Tai chi, appunti di Tai Chi Immaginale”.

Acquerello dell’autrice

 

 

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