
Yi: la via invisibile dell’intenzione
L’intento non è solo una direzione mentale: è una vibrazione sottile che nasce dal cuore-mente e dà forma alla realtà. Nella visione della medicina tradizionale cinese, questo potere è racchiuso nello Yi (意), una forza interiore che ci rende alchimisti della nostra esistenza. Trasforma emozioni in visione, pensieri in energia, presenza in illuminazione
Negli ultimi anni, la scienza ha confermato ciò che antiche saggezze da sempre insegnano: l’intento, la capacità della mente di focalizzarsi in modo consapevole, gioca un ruolo fondamentale nei processi di guarigione e trasformazione. Studi in epigenetica e neuroscienze dimostrano che il pensiero focalizzato può influenzare l’espressione genica, la funzione immunitaria e i processi di rigenerazione cellulare.
La medicina tradizionale cinese conosce da millenni il potere dello Yi, localizzandolo nella Milza, non solo come organo fisico, ma come centro energetico. È la Milza a trasformare il nutrimento in Qi e a distribuire questa energia nel corpo, sostenendo mente e spirito. Quando l’energia della Milza è forte, lo Yi è saldo: la mente è chiara, la volontà diretta, la presenza stabile. Quando invece è debole, prevalgono la confusione, la distrazione, la mancanza di direzione.
Nel Taoismo, lo Yi rappresenta l’intenzione interiore, la direzione del cuore-mente. Non è un desiderio razionale o una volontà forzata, ma una tensione sottile, radicata nello Shen, lo spirito, che orienta le nostre azioni.
Uno Yi puro segue il flusso del Dao: è intenzione silenziosa, movimento invisibile prima del gesto, vibrazione interiore che precede la forma. Yi crea il vuoto affinché l’energia possa giungere all’obbiettivo.
Nel Tai Chi questo principio prende vita. Yi come si vede dall’ideogramma è l’intenzione che nasce dal cuore (心), si esprime come suono silenzioso (音) e guida l’energia ancora prima del movimento fisico. ”Con l’intenzione si guida il Qi, con il Qi si muove il corpo.”
Lo Yi è il ponte tra mente e corpo, tra cuore e gesto. È ciò che anima la forma, che trasforma la tecnica in esperienza viva. Così, ogni gesto nel Tai Chi non è solo movimento, ma espressione di una presenza interiore. L’arte diventa danza consapevole, preghiera in movimento, comunicazione sottile. Senza Yi, il gesto è vuoto.
“Yong Yi, bu yong Li” (用意不用力) “Usa l’intenzione, non la forza.” Insegna Yang Cheng Fu nel sesto dei dieci principi. Dove va l’intenzione, lì va il Qi: Quando l’Yi è presente, il Qi scorre liberamente, rendendo i movimenti agili e potenti senza sforzo muscolare.
Allenare l’intento significa anche sviluppare ascolto e presenza. Nel Tai Chi questo si allena con la pratica del Tui Shou o “mani che spingono”, dove due praticanti si incontrano non per combattere, ma per raffinare la percezione. Si ascolta il corpo dell’altro, si risponde con chiarezza e morbidezza. È un dialogo invisibile in cui l’intenzione precede il contatto. L’intento diventa una soglia: un punto in cui la mente smette di controllare e inizia ad ascoltare, in cui il corpo smette di combattere e comincia a fluire, in cui l’essere umano si ricorda di essere ponte tra terra e cielo.
Le pratiche antiche come meditazione, Tai Chi e Qi Gong, sono atti poetici di guarigione. Sono strumenti per tornare a sé, per ricordare che la salute non è solo assenza di malattia, ma presenza viva, lucida, creativa.
In un mondo che spesso ci frammenta e ci distrae, ritrovare lo Yi significa tornare a casa: radicarsi nella propria essenza, e camminare nel mondo con coscienza e grazia.
Donella Bucca è fondatrice e presidente dell’associazione Lo Spazio del Tao, ha un passato come danzatrice professionista, è maestra di Tai Chi , Qi Gong e Meditazione, studiosa di medicina cinese ed alchimia taoista e autrice del libro: “Poetica del Tai chi, appunti di Tai Chi Immaginale”.
Acquerello dell’autrice