7 luglio e il Ponte delle Gazze

Nel cielo terso della sera del 7 luglio, quando le stelle Vega e Altair brillano ai lati opposti della Via Lattea, il Cosmo stesso racconta una storia di amore e separazione, di attesa e ritorno. È il Qixi, la Notte del Doppio Sette, un evento che intreccia mito, cielo e spiritualità.

Questa ricorrenza rievoca un’antica leggenda cinese, ripresa anche nella tradizione giapponese: la storia di Zhi Nu e Niu Lang.

Zhi Nu, la Dama di Giada, figlia dell’Imperatore Celeste, tesseva ogni giorno al suo telaio celeste: arazzi di luce, albe rosate, tramonti dorati e nebulose come sete d’Oriente. Un giorno, il suo cuore fu rapito da una melodia che saliva da un ruscello sulla Terra: era Niu Lang, il guardiano dei buoi, che suonava il flauto. Si incontrarono, si amarono e si sposarono, vestiti di rugiada e stelle.

Ma quell’amore, così puro quanto totalizzante, li distolse dai loro compiti cosmici: i buoi si dispersero tra le costellazioni, il telaio fu avvolto da ragnatele, il cielo perse la sua armonia. La Regina del Cielo, irritata, tracciò una linea nel cielo con una spilla d’argento: nacque così la Via Lattea, un fiume di luce che separò per sempre i due amanti.

Commosso dal dolore della figlia, l’Imperatore Celeste concesse loro di incontrarsi una sola notte all’anno, il settimo giorno del settimo mese. In quella notte, le gazze del mondo si sollevano in volo, formando un ponte di piume sopra la stella Deneb, nel Cigno, per riunire Zhi Nu e Niu Lang. Il mattino seguente, le loro piume sono sempre spettinate: è il segno che la Dama è passata, camminando sul loro amore alato.

Il giorno in cui questi personaggi divenuti stelle possono incontrarsi è proprio il 7 luglio. Vega e Altair ben visibili attraverso la Costellazione del Cigno appaiono collegate.

Ho scritto più volte di questo personaggio che ritroviamo nella forma di tai chi, , tra le varie immagini naturali e animali, unica rappresentante l’essere umano: la Dama di Giada che lancia la spola. È Zhi Nu stessa. Con grazia silenziosa e ripetitiva, lancia e riprende il filo, come se cercasse nel vuoto celeste il suo amato, come se tessesse l’equilibrio tra yin e yang, tra il presente e l’infinito.( e che rimanda alla funzione energetica che  ha la milza in Mtc) La Dama di giada estende la sua ricerca nelle quattro direzioni, come  una danza ciclica del ritorno con movimenti che intrecciano i fili dell’universo.

Questa leggenda celeste richiama antiche pratiche meditative della tradizione taoista, secondo cui il corpo umano è uno specchio della Natura e del Cosmo.

All’origine della nostra vita, nel grembo materno, nascono i canali energetici Ren Mai e Du Mai. Sono i primi canali formativi, veri e propri pilastri energetici della vita prenatale, che formeranno l’asse centrale su cui si strutturerà tutta la vita adulta. Insieme costituiscono un asse duale: yin e yang, nutrimento ed espressione, quiete ed espansione. Un asse che ci sostiene nel corpo e nello spirito.

Nel corpo, come nel cielo, Ren Mai e Du Mai scorrono da opposte sponde dell’essere. Quando non sono collegati, l’energia resta frammentata. Il gesto taoista di appoggiare la punta della lingua al palato, subito dietro gli incisivi superiori, chiude simbolicamente il circuito tra i due canali, attivando la cosiddetta Piccola Circolazione Celeste (Xiao Zhou Tian).

Questo flusso interno purifica, equilibra e armonizza l’energia vitale, disintossicando gli organi, calmando la mente e rinforzando il sistema nervoso. Nella pratica alchemica ,come nel Qi Gong, nel Tai Chi o nella meditazione taoista – quel gesto semplice contribuisce a risvegliare e far circolare l’energia prenatale (Yuan Qi).

Unire la lingua al palato non è solo un gesto fisico: è un atto rituale, una riconnessione all’equilibrio originario, una rinascita energetica. In quel momento, si crea il ponte interiore della Piccola Circolazione Celeste. Il Qi riprende a fluire, il corpo ritrova armonia e l’anima riscopre la propria forza primordiale.

Così come nel cielo si forma il Ponte delle Gazze, nel corpo si forma un ponte ogni volta che la lingua tocca il palato. È un gesto tanto semplice quanto potente: rappresenta l’inizio della circolazione microcosmica, una delle basi dell’alchimia taoista. In quell’istante, l’energia vitale fluisce in un ciclo completo, creando armonia tra spirito e materia, tra testa e cuore, tra cielo e terra.

Il Ponte delle Gazze, quindi, non è solo un fenomeno celeste o una leggenda poetica: è anche una postura dell’anima, un’azione sacra, un richiamo all’equilibrio tra gli opposti.

Il 7 luglio, quando il cielo narra questa antica leggenda, possiamo osservare quel cielo come uno specchio del nostro mondo interiore.

Unire la lingua al palato è tessere un ponte dentro di noi, come fanno le gazze nel cielo. È trasformare la separazione in connessione, è alchimia interiore: dalla dualità all’unità,

Ogni anno, il Ponte delle Gazze si forma per una sola notte. Ma nel nostro corpo, nel nostro spirito, quel ponte può nascere ogni volta che siamo presenti, ogni volta che scegliamo di unire. Sta a noi ritrovare la strada della nostra unione alchemica. Ogni volta che respiriamo consapevolmente, la nostra Via Lattea interiore si ricuce, e il nostro essere torna a brillare in armonia col cielo.

Il 7 luglio la nostra pratica è potenziata perché legata alla  magia nel cielo, il momento perfetto per praticare la Circolazione Celeste.

Buona meditazione

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