
Chi medita è un guerriero
C’è un falso mito sulle persone che meditano: si pensa che debbano essere sempre buone, calme e distaccate, quasi immuni alla vita e ai suoi scossoni. Non è così. Chi intraprende un vero viaggio di consapevolezza si risveglia, e il risveglio non è una passeggiata serena nel parco, ma una battaglia interiore profonda e potente. Le persone che meditano non sono buone e calme…diventano guerrieri
Meditare significa scavare sotto strati di polvere accumulata sull’anima da regole, richieste e dogmi sociali. È un processo che costringe a guardare in faccia la parte più oscura di sé, quella che spesso si preferirebbe ignorare. Come insegna il Taoismo, “Senza uscire dalla porta si conosce il mondo. Senza guardare fuori dalla finestra si vede il Tao del cielo.” Questo viaggio verso l’interno è uno scontro con illusioni, paure e condizionamenti.
Meditare non significa rinunciare alla lotta, bensì trasformarla. combattere senza rabbia o violenza, ma con consapevolezza e compassione; scavare dentro se stessi per riconoscere le ombre, affrontarle e trasmutarle in saggezza.
Come afferma Chuang Tzu: “L’uomo perfetto impiega la mente come uno specchio: non afferra nulla, non respinge nulla.” È un processo di accettazione, ma anche di trasformazione attiva. Chi medita non si limita a osservare il mondo in silenzio: impara a non subire se stesso, smette di tacere davanti a un sopruso, lotta contro le ingiustizie con fermezza e compassione.
Meditare significa fare i conti con la parte più buia di sé, imparare a vederla, accettarla e accoglierla. Si impara a morire ogni giorno per rinascere sempre migliori di ieri. Non si fugge dal mondo, ma si impara a stare nel mondo senza esserne posseduti, forti nella propria presenza e consapevolezza.
La pratica permette di essere stabili e saldi come una montagna e morbidi e fluidi come un fiume. La vera vittoria non è nella conquista degli altri, il risveglio è comprendere che la propria lotta personale è parte di un disegno più grande, e che la vera forza non è nel controllo ma nella consapevolezza.
Il risveglio spirituale è un continuo ciclo di morte e rinascita. Meditare è unire visibile ed invisibile unire il principio dello Yin e dello Yang: essere morbidi ma implacabili, compassionevoli ma determinati. Chi medita non si arrende, ma fiorisce nel caos come il loto sull’acqua stagnante. Meditare non è diventare buoni e tranquilli ,non è fuga né resa. Meditare è diventare guerrieri di luce.