Viaggiare Tra i Mondi
Sappiamo che la sequenza di Tai Chi viene chiamata Forma. Questa parola latina deriva, per metatesi, dal greco morphḗ: immediato è il rimando a Morfeo, al sognare e quindi ad esplorare altri mondi quando la coscienza è sopita; ed è esattamente quello che per me è la Forma di Tai Chi, viaggiare con il corpo rilassato in un altro stato di coscienza. Eppure con questa parola spesso si intendono i contorni di qualcosa di materiale. Per forma si intende anche il modo di comportarsi e di esprimersi, lo stile, i modi dell’espressione, di solito si intende l’aspetto esteriore con cui si configura ogni oggetto corporeo o fantastico, o una sua rappresentazione.
La sequenza di Tai Chi viene chiamata Forma, ma non è solo il disegno che il corpo crea nello spazio; mi piace intenderla come ciò che per Forma intendevano i filosofi, da Aristotele a Husserl: “Essenza”, e nello stesso tempo un mezzo per raggiungere uno stato di sonno consapevole, per superare la mente e comprendere con il cuore.
Tai Chi non è stare in equilibrio tra Yin e Yang ma la continua ricerca di quell’equilibrio, il fluire dinamico per essere sempre nel cambiamento cavalcando le onde della vita. La Forma, dunque, è una sequenza delicata, seppur marziale, attraverso cui nel continuo flusso per armonizzare gli opposti si compie la magia. Una danza delicata e potente, un combattimento con un avversario immaginario con cui entrare in relazione dialettica.
A me piace vedere la sequenza come la forma attraverso cui l’energia può manifestarsi, un’immagine potente che ha sottili e sfumati significati, qualcosa che mi permette di creare immagini e che mette in evidenza il Vuoto intorno, Vuoto inteso non come il nostro nulla ma come spazio delle possibilità infinite. Con un nuovo modo di osservare possiamo creare nuovi spazi e allargare orizzonti; allora guardando un Maestro che esegue la Forma riusciremo a vedere la sua aura e percepire l’invisibile che si crea intorno.
Se la Forma a mani nude è creare l’invisibile, è la Forma della Spada il viaggiare tra i mondi. La sequenza della Spada originale della Famiglia Yang è strutturata in movimenti che liberano immagini e creano cieli stellati. Eseguirla per me è creare sogni e cavalcare tigri, evocare costellazioni e draghi. Mentre si esegue la Forma, il Qi scorre attraverso i meridiani e gli organi diventano pianeti, pura energia che ci connette con il Vuoto e con il tutto.
La Forma della Spada è un viaggio tra le stelle, per scoprire boccioli di fiori trasportati dal vento, cavalli alati, rondini e uccelli mitici, nell’infinita ricerca di una via per l’immortalità. Quando pratico la Forma della Spada divento guerriero della Via Lattea che con la spada apre portali verso altri universi. L’ondeggiare della lama apre varchi verso mondi invisibili e permette all’anima di varcarne la soglia per il tempo necessario del viaggio affinché “l’immortale che indica la via” possa “tornare all’origine”.
Ci sono cose che non si possono raccontare… Occorre perdersi per ritrovarsi… a volte accade! Sappiamo che l’osservazione di qualunque fenomeno non può prescindere dall’osservatore stesso, e dal suo modo di guardare. Invito quindi a cambiare modo di vedere.
La Forma può essere un viaggio sciamanico, un perdersi nel Vuoto, per provare a connettersi alle stelle e trovare nuovi mondi.
Tratto da : Poetica del Tai Chi , appunti di tai chi immaginale di Donella Bucca